Diretto da Lee Cronin, Hole – L’Abisso arriverà nelle sale cinematografiche italiane dal 10 ottobre. Al centro del film, la giovane Sarah che, dopo aver traslocato ai margini di una piccola cittadina rurale per costruirsi una nuova vita insieme al figlio Chris, avverte che quest’ultimo inizia a manifestare inquietanti cambiamenti…

Chris diventa così l’ultimo – ma non in ordine di terrore trasmesso – bambino del cinema horror.
Scopriamo insieme i predecessori da cui Chris ha preso i tratti più inquietanti.

Tra angeli del male e demoniache presenze

Con James Gunn (autore dei due cinecomics Guardiani della Galassia) produttore, L’angelo del Male – Brightburn ci ha fatto conoscere una sorta di piccolo Superman sceso dalle stelle ma che, in realtà, è tutt’altro che interessato a difendere l’umanità dai pericoli mortali…

Sempre quest’anno abbiamo potuto vedere Pet Sematary di Kevin Kölsch e Dennis Widmyer, derivato dall’omonimo romanzo di Stephen King che fu oggetto già trent’anni prima della trasposizione Cimitero Vivente di Mary Lambert. In questo recentissimo caso, la bimba defunta tornava dall’aldilà con la strabiliante capacità di riportare in vita i morti, dopo essere stata sepolta dal padre in un cimitero indiano per animali. Una variante al femminile, questa di Kölsch e Widmyer, che va ad aggiungere un nuovo volto  alla carrellata di bambine inquietanti della Settima arte d’inizio terzo millennio. Tra queste come non ricordare la Charlie incarnata da Milly Shapiro in Hereditary – Le Radici del Male di Ari Aster, la Samara dai lunghi capelli neri spettrali pronta ad uscire dai televisori nella saga The Ring, nata in Giappone a fine anni Novanta e rivisitata a Hollywood nei primi Duemila e la piccola Maddy rapita da misteriose presenze nella casa maledetta costruita su un antico cimitero in Poltergeist di Gil Kenan, remake 2015 del Poltergeist – Demoniache Presenze, trasformatosi in una trilogia tra il 1982 e il 1988. 

Del resto, il rapporto tra bambini ed entità ultraterrene ha segnato anche il successo dei franchise Insidious e The Conjuring, entrambi ideati da James Wan; come ha anche segnato nel 2016 il plot di Somnia di Mike Flanagan, nel quale i sogni dell’adottivo Cody si manifestavano pericolosamente nella realtà mentre dormiva.

Primi delitti

Tutti questi esempi, senza dubbio, individuano tra i loro antenati cinematografici la Rhoda de Il Giglio Nero di Melvin LeRoy, tratto nel 1956 dal romanzo Il Seme Cattivo di William March. E, rimanendo in tema di pericolosi infanti in bianco e nero, se nel 1968 George A. Romero ha introdotto una piccola zombi nel suo capolavoro La Notte dei Morti Viventi, già otto anni prima Wolf Rilla aveva tirato in ballo alieni dalle fattezze di bambini dai capelli e gli occhi bianchi ne Il Villaggio dei Dannati, derivato da I Figli dell’Invasione di John Wyndham e generatore del sequel La Stirpe dei Dannati di Anton Leader e di un remake per mano di John Carpenter, rispettivamente datati 1963 e 1995.

Baby killers!

Posseduta dal demonio, la sboccata e incontrollabile Regan, interpretata nel 1973 da una quattordicenne Linda Blair ne L’esorcista di William Friedkin, rimane sicuramente uno dei nomi più popolari della categoria, come pure il piccolo Damien che, essendo direttamente figlio dell’Anticristo, si dedicava all’eliminazione di chi gli capita attorno ne Il Presagio di Richard Donner. Un classico datato 1976 che, primo capitolo di una tetralogia e oggetto trent’anni più tardi di un buon rifacimento a firma di John Moore, fa parte dello stuolo di titoli anni Settanta comprendenti anche lo splendido Ma come si può uccidere un bambino? di Narciso Ibañez Serrador, ambientato su un’isola in cui una coppia in viaggio di nozze scopriva che gli adulti erano stati tutti sterminati da minorenni locali. Tra questi rientra, inoltre, Sharon’s baby di Peter Sasdy, sorta di miscuglio tra Rosemary’s baby – Nastro rosso a New York di Roman Polanski e Baby killer di Larry Cohen, ispirato alle reali sperimentazioni di particolari farmaci su bambini non ancora nati. Con un mostruoso neonato assassino come protagonista, proprio quest’ultimo film ha poi avuto due sequel per mano dello stesso Cohen e, nel 2008, un remake realizzato da Josef Rusnak.

Ma come si possono uccidere i bambini?

Altra pietra miliare di questo filone è sicuramente Grano Rosso Sangue di che  Fritz Kiersch del 1984, tratto da un racconto del sopra menzionato Stephen King incentrato sulla setta di ammazza-maggiorenni di Gatlin che ha dato vita a una delle serie horror più lunghe della storia del genere: nove tasselli più un rifacimento televisivo del 2009. Ma qualcuno ricorda il Macaulay Culkin de L’innocenza del Diavolo di Joseph Ruben, preso nel 1993 a lanciare sassi dal cavalcavia e a manifestare un comportamento da psicopatico nelle due settimane trascorse presso la casa degli zii? E l’orfano Mikey che, protagonista l’anno precedente dell’omonima pellicola diretta da Dennis Dimster, provvedeva a sterminare le famiglie cui veniva affidato di volta in volta? Sono soltanto alcune produzioni rientranti nel sottogenere, come pure l’irrilevante The Prodigy – Il Figlio del Male di Nicholas McCarthy e il sorprendente Orphan di Jaume Collet-Serra, a base di tutt’altro che pacifica bambina adottata e rivelazione finale dal sapore fortemente polanskiano. Un sottogenere in cui rientra anche l’inquietante omicida in miniatura dalla mantellina gialla che tormentava un gruppetto di amiche in Milo, diretto nel 1998 da Pascal Franchot.

L’unico vero comune denominatore di questi film è che, nonostante le diverse declinazioni, le giovani reclute del male non smettono e non smetteranno mai di sorprenderci e di terrorizzarci con i loro volti apparentemente innocenti. 

Siete pronti a conoscere il vostro prossimo e giovane incubo al cinema in Hole – L’Abisso, a partire dal 10 ottobre?