Danza Macabra
C’è il terrificante Pennywise, il clown posseduto che uccide e divora le sue piccole vittime. Ci sono i personaggi di “Cell” (2006), dove i telefoni cellulari trasformano le persone in zombie antropofagi e privi di raziocinio, o ancora l’inedito “The Cannibals”, genesi del fortunato “Under the Dome” (2009), e persino un racconto che sfocia nell’auto-cannibalismo (“L’arte di sopravvivere”, presente nella raccolta “Scheletri” del 1985).
Nella sua lunga e prolifica carriera Stephen King ha largamente esplorato il tema dell’antropofagia. Ma è nell’appassionante saggio “Danse Macabre” (1983) che il re dell’horror offre un’interessante analisi del cannibalismo.
All’interno dell’opera dedicata alla narrativa e alla filmografia horror, lo scrittore individua tre figure archetipiche della letteratura fantasy, una “mano di tarocchi” composta dalle carte del Vampiro, del Licantropo e della Cosa senza nome.
Tre simboli spaventosi e immortali, che costituiscono le fondamenta del cosiddetto “racconto moderno dell’orrore”: tre mostri che potremmo definire bigger than life, entrati a pieno titolo nell’immaginario collettivo.
Per favore, non mordermi sul collo!
Analizzando la figura del Vampiro, plasmata nel celebre “Dracula” di Bram Stoker, King distingue due categorie principali di racconti horror: quelli in cui l’orrore deriva da una scelta consapevole di fare il male (come “Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde”, dove la malvagità è insita in uno dei personaggi), e quelli dove l’orrore è predeterminato e arriva dall’esterno.
Secondo l’autore Dracula rappresenta l’umanizzazione del male che arriva dall’esterno: un male assoluto, che non deriva dall’atto di nessun mortale, e proprio per questo sicuro e inevitabile.
In particolare, prosegue King, il personaggio creato da Stoker che più simboleggia l’origine vera e propria del vampirismo è quello del signor Renfield. Ricoverato nel manicomio del dottor Seward, l’uomo viene introdotto nel romanzo come dedito alla zoofagia, una perversione che nel corso della storia raggiungerà uno sconvolgente parossismo: da pasti a base di insetti, Renfield finirà per divorare tutti gli uccelli del dottore, per poi trasformarsi nell’oscuro servitore del Conte Dracula.
Ecco dunque suggerita l’origine del vampirismo: essa altro non è che una delle molteplici manifestazioni dell’antropofagia che, insieme all’incesto e al parricidio, costituisce il più antico e diffuso tabù universale.
Scrive King: “Possiamo scorgere l’ombra del Vampiro in film diversi tra loro, come “Assalto alla Terra”, “La notte dei morti viventi” e “Zombi” di George Romero, sebbene in questi ultimi due l’atto simbolico del bere sangue sia stato sostituito dal cannibalismo stesso, con i morti che affondano i denti nella carne delle loro vittime vive, in quanto (…) mangiare la carne dei morti e bere il sangue fanno parte dello stesso archetipo”.
Il 24 settembre arriva nei cinema The Green Inferno, lo sconvolgente cannibal horror di Eli Roth. Sei pronto a farti divorare dalla paura?