C’è il mito, dove Crono -Saturno per i romani- divorava i suoi figli, consapevole che, prima o poi, uno di essi lo avrebbe detronizzato. C’è Jeffrey Dahmer, passato alla storia come “il mostro di Milwaukee”, autore di 17 omicidi a sfondo cannibale. E poi c’è il cinema, che del cannibal ha fatto un vero e proprio genere. Dando vita a una galleria di personaggi indimenticabili.
Fuad Ramses in “Blood Feast” (1963)
Uno dei primissimi film hollywoodiani dove il gore diviene esplicito e brutale. Ramses è un ristoratore egiziano che cova il folle sogno di riportare in vita la dea Ishtar. E per farlo smembra delle malcapitate fanciulle, servendosi dei loro arti per macabri riti.
Leatherface in “Non aprite quella porta” (1974)
Il cannibalismo è un affare di famiglia, un tema recuperato di recente anche da Jim Mickle nel film “We Are What We Are” (2013). Ma le efferatezze di Faccia di cuoio (o meglio, di pelle umana) e parenti restano insuperabili. Il film venne pubblicizzato come una storia vera, in realtà Tobe Hooper si ispirò, come molti suoi colleghi, al serial killer americano Edward Thedore Gein.
Plutone e i selvaggi in “Le colline hanno gli occhi” (1977)
Secondo lungometraggio del maestro Wes Craven, dove il regista crea uno dei clan familiari dediti al cannibalismo più famosi di sempre. Un sequel e due remake negli anni 2000 di questo horror fortemente politico, a base di antropofagia, squartamenti e crocifissioni: what else?
Il mostro di “Antropophagus” (1980)
Del cannibal horror all’italiana vi avevamo già parlato. Ma quella di Joe D’Amato (alias Aristide Massaccesi) è un’antropofagia diversa, dettata non tanto da origini antropologiche o soprannaturali, quanto piuttosto da una mente disturbata. E il cannibale interpretato da Luigi Montefiori conquista subito.
Hannibal Lecter in “Il silenzio degli Innocenti” (1991) e “Hannibal” (2001)
Il suo piatto preferito è un buon fegato -umano, ça va sans dire- accompagnato da un bel piatto di fave e un bicchiere di Chianti. È il cannibale per antonomasia, il più folle degli psichiatri, il più raffinato dei serial killer: una figura immortale, grazie soprattutto all’interpretazione di Anthony Hopkins. Che ha reso uno psichiatra pazzo e antropofago un personaggio amato in tutto il mondo.
Il generale Tito Andronico in “Titus” (1999)
Il testo di riferimento è “Tito Andronico”, tragedia d’esordio del genio shakespeariano. Dietro la cinepresa l’imprevedibile e geniale Julie Taymor, che dirige un ineccepibile Anthony Hopkins nei panni del generale Tito. Trasformandosi per l’occasione in un cuoco cannibale ai tempi dell’antica Roma.
Sweeney Todd (1936-2007)
Il primo film dedicato al diabolico barbiere risale al 1936, quando George King porta al cinema la storia (secondo alcuni vera) del sanguinario quanto bizzarro serial killer londinese. Nel 2006 Tim Burton recupera questa favola nera, con Johnny Depp come protagonista. Indimenticabile Helena Bonham Carter nei panni di Mrs. Lovett, complice di Todd e vera cuoca cannibale.
L’11 febbraio The Green Inferno arriva in home video: pronti per un’altra abbuffata di morte?