Entrare in una videoteca, perdersi tra distese di locandine di VHS e sceglierle in base all’atmosfera, alla suggestione che il disegno evoca.
Una sensazione che chi ha vissuto gli anni d’oro del videonoleggio, tra Ottanta e Novanta, conosce bene. Enzo Sciotti è stato determinante per questa magia: con più di tremila manifesti realizzati, è uno dei più grandi pittori e illustratori italiani di poster cinematografici.

Oggi per Midnight Factory ha realizzato l’artwork del cofanetto de Il Tunnel dell’Orrore – The Funhouse, cult del maestro del genere Tobe Hooper (Non aprite quella porta), che arriverà in formato Blu Ray e DVD in edizione limitata con booklet.
La trama si incentra su quattro ragazzi che decidono di sfidare la paura: passeranno la notte all’interno dell’attrazione di un luna park, “Il tunnel dell’orrore”. Ad aspettarli troveranno un mostro che ha appena commesso un delitto…

Enzo Sciotti: l’arte nel sangue

Sciotti nasce a Roma, nel settembre del 1944. Figlio di un decoratore di chiese e discendente da una generazione di pittori. È la madre a capire subito il suo talento: come racconta lo stesso Sciotti. Due anni dopo arrivò la svolta: in un periodo florido per il cinema italiano con centinaia e centinaia di film all’anno distribuiti, Enzo Sciotti cominciò a lavorare proprio in uno studio di cartellonistica cinematografica. Nessuna scuola dunque, tutto talento ed esperienza sul campo. Ingredienti che lo porteranno a realizzare migliaia di lavori e a lavorare in Italia e all’estero, per creare i poster di film di tanti maestri: Dario Argento, Lucio Fulci, Mario Bava, Sam Raimi, David Lynch, Stephen King, Ettore Scola e tanti altri.

Dipingere il cinema e pensare l’horror: lo stile di Enzo Sciotti

Horror e “commedia all’Italiana” sono stati due punti fermi nella produzione del pittore e disegnatore romano. Negli anni ‘70 e ‘80, prima dell’avvento di Internet, la locandina era uno strumento di comunicazione importantissimo per il prodotto cinematografico. Specialmente in generi come l’horror e la fantascienza. In un rettangolo già in parte occupato, obbligatoriamente, da titolo e credits, un disegno doveva spiegare, persuadere, suggestionare. In poche parole: fare la differenza. Idea, disegno, composizione e colorazione erano le fasi realizzative di Sciotti, gli strumenti? I più disparati: da un bozzetto a matita e/o carboncino, poi si passava alle sfumature morbide della tempera, all’olio, all’acrilico o talvolta all’aerografo.

Particolare è il processo di ideazione: Sciotti, in diverse interviste, ha raccontato di non vedere quasi mai prima il film. Come informazioni preliminari riceveva qualche riga di trama, le foto di scena e poi via con l’intuito. L’ispirazione per l’audace locandina di Velluto blu, capolavoro di Lynch con Isabella Rossellini, gli venne in vacanza al mare, mentre guardava un biliardo. Molto spesso, le scene disegnate nel poster erano decisamente autonome: non esistevano nel film. È il caso, ad esempio, della locandina shock di … E tu vivrai nel terrore! L’aldilà pellicola super visionaria di Lucio Fulci: l’essere antropomorfo che sta per pugnalare Catriona MacColl, nel poster, non esiste nel film. Il poster di Sciotti per Fulci avrà un grande impatto tanto da essere citato dai Duran Duran per la copertina del singolo Serious, nel 1990.

Indimenticabili poi sono i poster per La casa, dove a risaltare non è solo il disegno, ma anche il lettering: pensiamo alla “C” sanguinante e affilata che, per la locandina del sequel, prende la forma della luna piena e il “2” diventa una falce grondante di sangue. Il rapporto con Raimi è stato particolarmente prolifico: di Sciotti è anche l’indimenticabile locandina de L’armata delle tenebre dove il protagonista Ash (Bruce Campbell) si staglia con l’inseparabile motosega.

Dal Seicento alla Commedia Sexy

Che si tratti di horror, b-movie o copertine di fumetto (ha disegnato anche per Terror), lo stile di Sciotti presenta tratti comuni, densi di riferimenti artistici. Tra le ispirazioni dichiarate ci sono i pittori del Seicento, in particolare i ritratti del periodo. I lavori di Sciotti hanno uno spirito barocco, non tanto per il risultato finale, più realistico, ma per il virtuosismo della pennellata, dei tratti. E poi c’è il ricorrente uso dei colori caldi, dei contrasti forti e tinte molto sature che facevano ben risaltare il disegno spesso su sfondo bianco (nella commedia) o nero, nei titoli horror. Sapiente anche il gioco di prospettive e forme: pensiamo al poster di Unico indizio la luna piena tratto dal romanzo del “re”, Stephen King.

Se è vero che la perizia tecnica e la pennellata virtuosa testimoniano la grande passione di Sciotti per la pittura del Seicento, si nota anche che i suoi lavori sanno di iperrealismo: con l’aggressività dei colori, anche dall’aerografo, l’olio, gli acrilici, e la precisione dei ritratti dei personaggi. Tutti riferimenti che Sciotti però fa suoi, facendo quadrare, con creatività, racconto, rappresentazione e ovviamente esigenze di marketing cinematografico.

Sul fronte della commedia, l’illustratore, oltre al realismo, usa anche un tratto leggermente goliardico e caricaturale. Dalla sua matita sono usciti ritratti dei grandi del genere: Edwige Fenech, Gloria Guida, Renato Pozzetto, Adriano Celentano, Lino Banfi, Gigi e Andrea, Alvaro Vitali, Tomas Milian, Carlo Verdone, Alberto Sordi e tanti altri. Ognuno disegnato come il personaggio collegato: ad esempio, nella locandina di In viaggio con papà, Carlo Verdone ha la tipica espressione dei suoi personaggi più famosi, gli eterni Peter Pan che discendono dal Leo di Un sacco bello. Nel celebre poster de L’allenatore nel pallone, cult del genere, Banfi è ritratto con la celebre espressione tra l’arrabbiato e il rassegnato. Più o meno la stessa che ha nelle locandine di Spaghetti a mezzanotte e Al bar dello sport, sempre firmate da Sciotti.

L’artwork de Il Tunnel dell’orrore: un perfetto stile horror anni ‘80

Il lavoro di Sciotti per la copertina del cult di Hooper che arriverà in Blu-Ray e DVD distribuito da Midnight Factory riprende i grandi temi grafici dell’illustratore romano. Ci riporta alle famose locandine del tempo: la donna è al centro della composizione e poi c’è un terrificante clown, il vortice che si staglia dietro è un preciso simbolo di tutta l’esperienza, terrificante, che i malcapitati faranno nel film uscito, per la prima volta, nel 1981.

Non vi resta quindi che acquistare questa straordinaria edizione, non solo per arricchire la vostra collezione ma anche per sfoggiare orgogliosamente un pezzo d’arte con i vostri amici!