Ecco le pellicole che, attraverso l’horror, raccontano l’innamoramento e la disponibilità ad offrirsi totalmente all’altro. Ribadendo che l’amore non è solo questione di chimica ma, forse, anche di magia.
Orrore e sentimento
I miti letterari del fantasma dell’opera, della creatura di Frankenstein, del dottor Jekyll e della bella e la bestia hanno spesso rappresentato fonti da cui attingere per far incontrare orrore e sentimento sullo schermo.
Infatti, se soltanto in tempi recenti PPZ – Pride+Prejudice+Zombies (2016) di Burr Steers – tratto dall’omonimo romanzo di Seth Grahame-Smith – ha provveduto a miscelare arti marziali, morti viventi e i personaggi introdotti da Jane Austen nel suo testo Orgoglio e pregiudizio, non dimentichiamo che sia l’artigliato Freddy Krueger di Nightmare 2 – La rivincita (1984) di Jack Sholder che il Dracula di Bram Stoker (1992) di Francis Ford Coppola si sono dovuti scontrare con il potere dell’amore.
Come pure vi si sono dovuti scontrare il Jeff Goldblum de La mosca (1986) di David Cronenberg, il vendicativo ritornante de Il corvo (1994) di Alex Proyas (e seguiti) e il giovane zombi al centro di Warm bodies (2013) di Jonathan Levine.
corpo freddo, cuore caldo
D’altra parte, al di là del loro disgustoso aspetto, le care vecchie salme a passeggio hanno avuto spesso l’occasione di manifestare il loro lato malinconico, da Dovevi essere morta (1986) di Wes Craven, con adolescente riportata pericolosamente in vita da un genietto dell’informatica infatuatosi di lei, a Zombie honeymoon (2004) di David Gebroe, definito da John Landis “Il primo film sugli zombie ‘mangia cadaveri’ veramente romantico”.
Da non dimenticare Il ritorno dei morti viventi 3 (1993) di Brian Yuzna, sorta di moderna e sanguinosa variante della tragedia mito di Romeo e Giulietta, Zombie lover (2008) dei Deagol Brothers e Né mare né sabbia (1972) di Fred Burnley, melodramma riguardante un uomo che, colpito da arresto cardiaco, si ripresenta muto dalla donna sposata di cui era divenuto amante.
E, mentre, deceduta in un incidente aereo, la protagonista de I morti vivono (1965) di Javier Setó torna dal proprio fidanzato, il dodicenne emarginato dello svedese Lasciami entrare (2008) di Tomas Alfredson instaura un rapporto sempre più profondo con una ragazzina dall’inquietante segreto.
Poi, se da un lato ci va decisamente più pesante il tedesco Jörg Buttgereit con il discussissimo Nekromantik (1987), che miscela necrofilia e poesia in maniera tanto ributtante quanto innovativa, dall’altro il nostro Michele Soavi non manca di tirare in ballo le ragioni del cuore nel dylandoghiano Dellamorte Dellamore (1994). Anche se, a proposito di amore necrofilo, ha avuto modo di dire la sua, tra gli altri, Joe D’Amato alias Aristide Massaccesi tramite il super cult Buio omega (1979).