A partire dal 19 giugno, Midnight Factory porterà nelle sale cinematografiche italiane La Bambola Assassina di Lars Klevberg, reboot del primo film dell’88 diretto da Tom Holland, che ha dato vita al diabolico bambolotto Chucky.
Ma ormai è risaputo che, da quando il terzo millennio si è aperto, l’horror non ha potuto fare a meno di rivelarsi uno dei generi del grande schermo maggiormente gettonati ai reboot.
Ricomincio da King
Non a caso, alla produzione di questo atteso ritorno di Chucky troviamo gli stessi David Katzenberg e Seth Grahame-Smith che hanno finanziato il dittico IT, trasposizione del famosissimo romanzo di Stephen King che, con al centro una combriccola di amici presi a fronteggiare sia da adolescenti che da adulti la malefica entità nascosta dietro le fattezze del clown Pennywise, già divenne un film tv di Tommy Lee Wallace ad inizio anni Novanta.
E per i titoli derivati dagli scritti del “Re della paura su carta” non è certo una novità l’operazione reboot. Mentre si parla infatti della imminente serie televisiva Creepshow, è già approdato nei cinema Pet Sematary di Kevin Kölsch e Dennis Widmyer, che rispolvera la non accettazione del lutto a base di pericolose resurrezioni, già al servizio, nel 1989, di Cimitero Vivente di Mary Lambert.
Ma, se nel 2013 Lo Sguardo di Satana – Carrie di Kimberly Peirce ha provveduto a calare Chloë Grace Moretz nei panni della vendicativa e bullizzata studentessa dai poteri psicocinetici che Sissy Spacek incarnò nel 1976 in Carrie – Lo sguardo di Satana di Brian De Palma, bisogna dire che è soprattutto il piccolo schermo a rappresentare il terreno fertile per le rielaborazioni kinghiane.
In fin dei conti, nel suo ambito non solo la stessa Carrie ha avuto le fattezze di Angela Bettis in un tv movie firmato nel 2002 da David Carson, ma Donald P. Borchers ha riproposto sette anni dopo tramite Campi Insanguinati i tutt’altro che raccomandabili ragazzini ammazza-adulti di Grano Rosso Sangue.
Per non parlare delle mini serie Shining e Salem’s Lot, rispettivamente datate 1997 e 2004, e di Trucks – Trasporto Infernale di Chris Thomson.
Risalente al 1997 anche quest’ultimo, altro non è che la seconda versione in fotogrammi del racconto Camion, che lo stesso King trasformò negli anni Ottanta in un lungometraggio debuttando dietro la macchina da presa con Brivido.
Da Leatherface a Michael Myers…
Per capire quale è stato il momento in cui è scattata questa inarrestabile molla dei reboot “da paura”, però, dove bisogna andare a puntare lo sguardo?
Sicuramente, al Non Aprite Quella Porta realizzato nel 2003 da Marcus Nispel, che, nel ha proposto con un look tutto nuovo la famiglia di cannibali inventata quasi trent’anni prima da Tobe Hooper.
Il film ha riscosso un successo tale da generare sia il suo diretto prequel Non Aprite Quella Porta – L’inizio di Jonathan Liebesman sia Non Aprite Quella Porta 3D di John Lussenhop che l’ulteriore antefatto/nuovo inizio Leatherface di Alexandre Bustillo e Julien Maury.
Lo stesso Marcus Nispel che, tra l’altro, ha riportato in scena il “massacra-campeggiatori” Jason Voorhees in Venerdì 13, nel 2009 ha condensato gli eventi narrati nei primi tre capitoli della saga originale.
Non solo queste due icone mostruose sono state rivisitate dalla Settima arte nel XXI secolo, se pensiamo che, sorvolando sul licantropo Benicio Del Toro e sulla sexy mummia affrontata da Tom Cruise, l’artigliato “Signore degli incubi” Freddy Krueger ha assunto nel 2010 i connotati di Jackie Earle Haley e il “serial killer della vigilia d’Ognissanti”, Michael Myers, ha avuto modo di fare ritorno ben tre volte: nel 2007 nel mix di prequel e remake Halloween – The Beginning di Rob Zombie, seguito due anni più tardi dall’Halloween II a firma dello stesso, e nel 2018 in Halloween di David Gordon Green, vero e proprio restart che si propone, però, in qualità di diretta continuazione del mitico Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter.
Il Carpenter di cui Rupert Wainwright ha rifatto The Fog nel 2005, anno che ha visto anche il ritorno della dimora maledetta di Amityville Horror; prima ancora che nel 2006 Alexandre Aja resuscitasse cinematograficamente il sanguinolento gruppetto de Le Colline Hanno Gli Occhi di Wes Craven, poi all’opera, inoltre, in un secondo episodio di Martin Weisz.
… fino alla paura orientale
Senza contare La casa di Fede Alvarez, Blair Witch di Adam Wingard e perfino Cabin Fever di Travis Z.
Tutti ad incrementare ulteriormente un calderone che non ha risparmiato neppure George A. Romero, il quale, al di là di un La Notte Dei Morti Viventi 3D e di due diversi remake de Il Giorno degli Zombi, si è visto nel 2004 rifare Zombi ne L’Alba Dei Morti Viventi di Zack Snyder.
Man mano è parso evidente che agli americani non potesse sfuggire neppure un fenomeno di successo come quello dei film dell’orrore provenienti dall’Oriente.
Quindi, una volta che Gore Verbinski ha messo le mani nel 2002 sul classico giapponese di fine anni Novanta The Ring di Hideo Nakata, generando una vera e propria saga in terra statunitense, il minimo che c’era da aspettarsi erano altri rifacimenti senza occhi a mandorla di prodotti analoghi provenienti dal Sol Levante.
Rifacimenti particolarmente concentratisi nel 2008, quando Jessica Alba si è trovata alle prese con le inquietanti visioni profetiche del The Eye. Eric Valette ha riproposto The Call – Non Rispondere di Takashi Miike attraverso il suo Chiamata Senza Risposta, mentre e il thailandese Shutter è diventato Ombre Dal Passato.
Con Sarah Michelle Gellar protagonista, Takashi Shimizu nel 2004 ha concretizzato in The Grudge la propria versione a stelle e strisce della sua inquietante ghost story Ju On – Rancore.
Ora non vi resta che andare al cinema dal 19 giugno a godervi un nuovo, spaventosissimo reboot: La Bambola Assassina!