Realizzato nel 2005 da Jennifer Kent, il corto ha riscosso consensi unanimi, tanto da vincere numerosi premi. L’idea di dilatarne il soggetto in un lungometraggio, poi, è stata consequenziale al riscontro positivo guadagnato dall’autrice con la sua breve opera in bianco e nero.
The Baby Babadook
La regista australiana si è riferita a Monster riservandogli l’affettuoso appellativo di baby Babadook e in effetti, le prerogative per considerare questo cortometraggio una versione embrionale del film ci sono tutte.
A partire dalla trama, che vede una mamma single e il suo bambino lottare contro un mostro invisibile, in appena dieci minuti sono condensate quelle stesse intuizioni che faranno di Mr Babadook il nostro peggior incubo.
C’è, ad esempio, tutta la passione della cineasta per le figure in stop-motion che prendono corpo dall’immaginazione e l’atmosfera disturbante adatta a creare suggestione. Nel lungometraggio ha assunto le fattezze del personaggio di un libro per bambini, ma ad esserci è soprattutto l’insinuarsi di un mostro, un’entità indefinita, che tormenta i protagonisti rendendoli schiavi della paura.
All’autrice interessa, lo ha dichiarato, scavare a fondo nella condizione umana sino a far emergere nello spettatore quegli interrogativi che spesso permangono nel silenzio dell’inconscio. Può chiamarsi Mr Babadook o meno, ma per Jennifer Kent le creature più spaventose, i veri mostri, sono all’interno di noi e aspettano soltanto di venire a galla.
E tu sei pronto a fare i conti con i tuoi mostri?