Una tipologia di spettacolo da schermo anche denominata “omnibus” e che, se in fatto di orrori consumati alla vigilia di Ognissanti ha visto in questi primi sedici anni del XXI secolo l’uscita del lodevole La vendetta di Halloween (2007) di Michael Dougherty, in tempi recenti ha caratterizzato A Christmas horror story (2015) di Grant Harvey, Steven Hoban e Brett Sullivan, orchestrato tra Mutaforma, malefiche presenze, Krampus ed elfi di Babbo Natale trasformatisi in zombi.
Titoli, questi ultimi due, in realtà volti ad intrecciare tra loro le singole storie inscenate (in parte, avviene anche in Tales of Halloween), non a presentarle in sequenza come in quel vero e proprio classico del filone che è Creepshow (1982) di George A. Romero, che, sceneggiato da Stephen King e tempestato di morti viventi, contagi dallo spazio, casse dal pericolosissimo contenuto e disgustose blatte, ha generato anche i sequel Creepshow 2 (1987) di Michael Gornick e Creepshow 3 (2006) di Ana Clavel e James Glenn Dudelson.
Ma, senza andare a scavare fino alle origini, risalenti addirittura ai tempi del muto, non possiamo fare a meno di citare Incubi notturni (1945) di Basil Dearden, Alberto Cavalcanti e Charles Chricton, con l’incontro tra un uomo e il proprio becchino, due golfisti impegnati a disputarsi la donna che entrambi amano, uno specchio magico, lo spettro di un ragazzino e un ventriloquo convinto che il suo pupazzo sia vivo.
Un capolavoro sottovalutato che ha preceduto sia I racconti del terrore (1962) di Roger Corman – tratto da Edgar Allan Poe – che I tre volti della paura (1963) di Mario Bava e tutta la serie di pellicole analoghe sfornata dalla inglese Amicus prendendo spesso ispirazione dai fumetti; da Le cinque chiavi del terrore (1965) di Freddie Francis a La bottega che vendeva la morte (1974) di Kevin Connor, passando per La casa che grondava sangue (1971) di Peter Duffell, La morte dietro il cancello (1972) e The vault of horror (1973) di Roy Ward Baker, Il giardino delle torture (1967) e Racconti dalla tomba (1972).
Questi ultimi due sempre realizzati Francis, come pure la produzione World Film Services Delirious – Il baratro della follia (1973), comprendente nel cast il Donald Pleasence che ritroviamo in Artigli (1977) di Denis Héroux, completamente incentrato su vicende popolate da gatti molto poco simpatici.
E, se Lacrime di Kali (2004) di Andreas Marschall ha provveduto a testimoniare l’interesse nei confronti delle antologie horror manifestato anche dai tedeschi, non è stata da meno la Settima arte orientale, che, in mezzo al mucchio, ha partorito Three… Extremes (2004) di Fruit Chan, Takashi Miike e Park Chan-wook, co-prodotto da Hong Kong, il Giappone e la Corea del Sud e da non confondere con Three (2002) di Peter Chan, Kim Jee-won e Nonzee Nimibutr, che coinvolge anche la Thailandia, ma non il paese di Akira Kurosawa.
La Thailandia da dove provengono, inoltre, i collettivi 4bia (2008) e Phobia 2 (2009); con i quali chiudiamo questa carrellata assieme ai mastodontici The ABCs of death (2012) e The ABCs of death 2 (2014), degli italiani P.O.E. – Poetry of eerie (2011), P.O.E. – Project of evil (2012) e P.O.E. – Pieces of Eldritch (2014) e degli agglomerati in salsa POV V/H/S (2012), V/H/S 2 (2013) e V/H/S Viral (2014)
Una menzione speciale la merita infine Body bags – Corpi estranei (1993) di John Carpenter e Tobe Hooper (e Larry Sulkis non accreditato)… giostrato tra un pericoloso serial killer, un particolare trattamento di ricrescita dei capelli e Mark ”Star wars” Hamill che, in seguito a un incidente, si ritrova trapiantato l’occhio di un omicida.
Per delle vacanze da brivido Midnight Factory propone Holidays,, disponibile in Dvd e Blu-ray in un’edizione tutta da collezionare. Una nuova, sconvolgente antologia horror che celebra il lato oscuro che si nasconde dietro le festività che celebriamo anno dopo anno: Natale, Pasqua, Halloween, Festa della mamma, San Valentino.
Otto storie realizzate da 9 registi visionari, tra cui Kevin Smith (autore del cult “Clerks” e del folle “Tusk”), Gary Shore (“Dracula untold”) e Scott Stewart (“Dark Skies”), uniti per raccontare 8 feste… di sangue.