Distribuito da Koch Media attraverso la sua etichetta Midnight Factory, La casa delle bambole è il nuovo film horror diretto da Pascal Laugier, autore di Saint Ange e Martyrs, che è nelle sale cinematografiche italiane.
Il plot si concentra sul trauma che le due sorelle Beth e Vera si portano dietro da quando, insieme alla madre, vennero prese in ostaggio da due individui penetrati nella vecchia villa ricca di cimeli e bambole che ricevettero in eredità.
Ma andiamo a dare uno sguardo ad alcune curiosità riguardanti questa nuova interessante opera sfornata dal talentuoso cineasta francese, aggiudicatasi tre premi (tra cui il Gran Premio) presso il Festival Internazionale del film fantastico di Gérardmer.
Che l’orrore abbia inizio
Fin dall’inizio Laugier era consapevole del fatto che il film si sarebbe dovuto concentrare, appunto, su due sorelle, una con i piedi per terra e l’altra, invece, più introversa e fantasiosa.
In un primo momento, però, il suo desiderio era quello di concepire un lungometraggio attraverso la prospettiva della soggettiva. Alla fine ha deciso di girare utilizzando il formato di ripresa 2.35, in modo da rafforzare la soggettività dello sguardo, la sua frammentazione e il senso di claustrofobia.
Pascal cerca casa
La ricerca della casa in cui ambientare il film, a quanto pare, è stata molto lunga, perché l’intenzione di Laugier era quella di trovare la tipica fattoria americana della fine dell’Ottocento, nello stile immutabile spesso descritto da Stephen King all’interno dei propri romanzi. Non a caso, dichiara: “Volevo collocare lo spettatore in un ambiente riconoscibile e in una storia familiare, per sorprenderlo ancora di più dopo. In altre parole, desideravo trovare quell’equilibrio eterno tra qualcosa che è prevedibile, ma che poi, improvvisamente, deraglia.
Volevamo che fosse una specie di guscio, perciò abbiamo rifatto gli interni buttando giù i muri. Abbiamo anche aggiunto un terzo piano, che nella realtà non esiste”.
L’incidente sul set
Durante la realizzazione del film non tutto, però, sembra essere andato liscio, in quanto Taylor Hickson, che veste i panni di Vera nella sua versione giovanile, è rimasta sfigurata durante uno degli ultimi giorni di riprese, riportando una ferita sul lato sinistro del viso che, di conseguenza, ha richiesto un intervento con settanta punti di sutura. Pare che sia il regista che uno dei produttori le abbiano confermato la sicurezza di un vetro su cui ha dovuto battere i pugni con forza, finendo, però, per frantumarlo. A poco, poi, sono serviti i diversi interventi subiti e i trattamenti tramite laser e silicone nel tentativo di riparare il danno permanente.
Da Hooper a Lovecraft…
Come spesso avviene visionando i lavori di Laugier, non mancano riferimenti ad altri titoli appartenenti al filone horror, infatti è lui stesso a rivelare: “Se c’è qualcuno da cui ho preso ispirazione per La casa delle bambole, di sicuro è Tobe Hooper. Guardare i suoi film mi ha fatto pensare al mio adorato Lovecraft! La folle dimensione iconoclastica e macabra delle sue pellicole, specialmente del sottovalutatissimo Non aprite quella porta 2, indubbiamente mi ha dato fiducia in me stesso rispetto a quello che stavo facendo. Mi ha rassicurato ricordandomi costantemente che il più grande ‘onore’ per un film horror è quello di aderire alle regole. Quando si hanno dei dubbi riguardo la realizzazione di film così particolari, il pensiero di fare qualcosa di ‘inaccettabile’, se non addirittura ‘vacuo’, può aiutarti molto ad andare avanti”.
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