Con protagonista il Dominic Monaghan della trilogia Il Signore Degli Anelli che, solitario dipendente di un canile della periferia di Los Angeles, si invaghisce di una ex compagna di scuola al punto da rinchiuderla in una gabbia dando inizio ad un legame malsano e perverso, lo stupefacente PET di Carles Torrens è entrato a far parte – in formato dvd e blu-ray – del sempre più ricco catalogo Midnight Factory, collana di Koch Media dedicata al cinema horror.

Ma si tratta soltanto di uno degli ultimi esempi da schermo incentrati su decisamente atipici e piuttosto raccapriccianti rapporti destinati ad instaurarsi tra vittima e carnefice.

Non solo… canari!

Guardando alla più recente Settima arte del terzo millennio, un canovaccio di questo tipo richiama sicuramente alla memoria il famigerato fatto di cronaca nera tricolore riguardante il cosiddetto Canaro della Magliana, delinquentello romano che sequestrò e torturò a morte, negli anni Ottanta, un altrettanto poco raccomandabile pugile che lo tormentava.

Una vicenda che, nel solo 2018, ha ispirato sia il premiatissimo Dogman di Matteo Garrone che l’indipendente e molto più sanguinoso Rabbia furiosa – Er Canaro, realizzato dall’effettista Sergio Stivaletti.

Due lungometraggi che, probabilmente, rientrano soltanto in maniera marginale all’interno di questo filone che potremmo incastonare nel sottogenere definito trap-movie, tra i cui maggiori precursori va di sicuro annoverato Il Collezionista, diretto nel 1965 da William Wyler e con Terence Stamp nei panni di un impiegato di banca che prima colleziona farfalle, poi passa al cacciare donne da rinchiudere in cantina, compresa la ragazza di cui è innamorato.

Come pure, rimanendo nell’ambito dei precursori, non possono fare a meno di essere annoverati La Trappola di Pierre Granier-Deferre e Blue Movie di Alberto Cavallone, rispettivamente datati 1975 e 1978: il primo riguardante un Lino Ventura costruttore edile che finisce segregato nel sotterraneo di una villa dalla ex moglie, scrittrice svedese incarnata da Ingrid Thulin, il secondo incentrato su un fotografo sadomasochista che, turbato da esperienze in territorio di guerra, sequestra una donna per riversare su di lei le proprie perversioni.

Da Joe D’Amato a Pedro Almodóvar

Se, poi, già nel 1974 Questo Sesso Ribelle di Raphael Nussbaum non mancò di tirare in ballo un ricchissimo individuo in possesso di un autentico harem proto-zoo, l’anno successivo Joe D’Amato alias Aristide Massaccesi trasformò in Emanuelle e Françoise (Le Sorelline) Rosemarie Lindt nella carnefice del “povero” Luigi Montefiori, reo di aver causato il suicidio della sorella di lei dopo averla tradita e, di conseguenza, rinchiuso in una stanza per ridurlo progressivamente allo stato di bestia, facendolo assistere attraverso un vetro agli spettacoli più estremi.

Mentre, su sceneggiatura, tra l’altro, del maestro dello splatter italiano Lucio Fulci, ne La Gabbia, del 1985, il regista Giuseppe Patroni Griffi fece finire Tony Musante sequestrato e incatenato dalla vecchia fiamma Laura Antonelli, intenzionata a non essere più abbandonata da lui.

Un po’ come, uscito da una casa di cura, cinque anni più tardi Antonio Banderas rapì una Victoria Abril pornostar per legarla al letto e convincerla a sposarlo nel grottesco Légami di Pedro Almodóvar.

Buoni, brutti e… Captivity

Imprigionata e tenuta incatenata a un materasso sporco è anche la vendicativa Tina Ivlev di Reversal – La Fuga è solo l’inizio di José Manuel Cravioto, risalente al 2015 e che rappresenta uno degli ultimissimi titoli appartenenti al sottogenere.

Un sottogenere in cui possono rientrare sia il Jet Li cresciuto in isolamento per essere trasformato in cane da guardia umano da un malavitoso Bob Hoskins in Danny The Dog, firmato nel 2005 dallo specialista in action movie Louis Leterrier, sia la schiava con cui divide l’appartamento a Marrakesh il critico d’arte protagonista di Gradiva di Alain Robbe-Grillet.

Una produzione del 2006, quest’ultima, come pure The pet – La sottomissione di Mary di D Stevens, con Andrea Emondson che, bisognosa d’amore, accettava dietro cospicuo compenso di diventare il cucciolo di un filantropo aristocratico angosciato dalla morte del suo amato setter.

Sulla scia delle allora appena nate saghe Saw e Hostel, invece, Captivity di Roland Joffé ha visto nel 2007 Elisha Cuthbert nei panni di una modella rapita e sottoposta a torture psico-fisiche da un serial killer.

Le donne di Jack

E del 2007 è anche La Ragazza Della Porta Accanto di Gregory Wilson, ispirato al libro del guru dell’horror su carta Jack Ketchum. Il film è ambientato nell’estate del 1958 in una tranquilla cittadina di provincia dove, rimasta orfana, una coppia di giovanissime sorelle viene affidata ad una mentalmente instabile zia che coinvolge i figli e i bambini del vicinato in indicibili atti di abusi e torture su una delle due.

Lo stesso Ketchum che, insieme a Lucky McKee, ha sceneggiato quattro anni dopo The Woman. Il film è improntato su una donna, unica sopravvissuta di un clan di selvaggi che hanno vagato per anni sulla costa nord occidentale degli Stati Uniti, che viene catturata e imprigionata nella sua abitazione da un avvocato di campagna.