Rimanendo in tema di due donne, i cinefili maggiormente ricercatori ricorderanno sicuramente Alicia Witt e Renée Humphrey impegnate a stuprare e seminare violenza in Fun, firmato da Rafal Zielinski nel 1994; ovvero nello stesso anno in cui le debuttanti Kate Winslet e Melanie Lynskey uccidevano la madre di una delle due – partendo da un reale fatto di cronaca nera avvenuto nella Nuova Zelanda degli anni Cinquanta – in Creature del cielo di Peter Jackson, aggiudicatosi il Leone d’argento alla regia presso la cinquantunesima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Lo stesso Jackson che ci regalò due anni più tardi la spietata coppia di serial killer immersa nel miscuglio di spettri, omicidi e un Michael J. Fox truffaldino acchiappa fantasmi tramite la riuscita horror comedy Sospesi nel tempo, il cui produttore esecutivo fu Robert Zemeckis.
Natural Born Killers
Coppia di serial killer formata da Dee Wallace e Jake Busey e molto poco distante da quella che Oliver Stone – su soggetto di Quentin Tarantino – rese protagonista nel già citato 1994 (anno prolifico per il filone!) del violentissimo Assassini nati – Natural born killers, interpretato da Woody Harrelson e Juliette Lewis.
Ma non dimentichiamo che Leonard Kastle già nel 1970 s’ispirò ai realmente esistiti Raymond Fernandez e Martha Beck per raccontarli ne I killers della luna di miele, mentre Maureen Flannigan e Scott Wolf hanno concesso ventitré anni dopo anima e corpo alla moderna risposta teen-ager ai due temibili Bonnie e Clyde in Due vite al massimo di John Sheppird.
E non parliamo dei fratello e sorella rapitori di bambini ne La casa nera di Wes Craven e dei due ammazza-innocenti innamorati della grottesca commedia splatter Psychos in love di Gorman Bechard, rispettivamente datati 1991 e 1987.
Senza lasciare fuori, ovviamente, l’ultraterreno Frank in compagnia della sua diabolica amante Julia in Hellraiser di Clive Barker, sempre del 1987, e i due bambolotti killer de La sposa di Chucky di Ronny Yu, realizzato nel 1998 ma arrivato nelle sale cinematografiche italiane solo due anni più tardi.
Come dire: in due c’è più sang… ehm, gusto!