L’orrenda fame dell’Anno Mille
La carestia è uno dei principali input che spingono l’uomo verso l’antropofagia. Tre secoli prima della famigerata Grande carestia (1315-1317) che colpì l’Europa, scrive il cronista Rodolfo il Glabro a proposito dell’anno mille: “Non c’era paese della cui indigenza e mancanza di pane non si sentisse parlare; gran parte del popolo morì consunto dall’inedia.
Era una fame orrenda che induceva a nutrirsi non solo con le carni di animali schifosi e di rettili, ma perfino di uomini, di donne, bambini, senza riguardo neppure per i più stretti legami di sangue. Giacché la violenza della carestia giunse al punto che i figli adulti mangiavano le loro madri, e queste, dimentiche dell’amor materno, facevano lo stesso coi propri bambini”.
La spedizione Donner
Il più celebre caso di cannibalismo della storia americana. Nel XIX secolo un gruppo di pionieri statunitensi partì verso la California, riunito in una colonna di carri.
Complici una serie di imprevisti, dovettero trascorrere l’inverno tra il 1846 e il 1847 accampati sulla Sierra Nevada. E coloro che erano morti per fame e malattie, divennero il fiero pasto dei pionieri sopravvissuti alla rigida stagione invernale.
Cannibali Coloniali
Altrettanto noti sono gli atti di cannibalismo avvenuti nel corso del 1600 a Jamestown, un insediamento nella colonia della Virginia.
Nel 2013 un gruppo di archeologici trovarono persino alcuni segni sul cranio di una giovane ragazza: la prova inconfutabile di come fosse stata divorata dagli altri coloni durante il difficile inverno del 1609.
La zattera della Medusa
Una tragedia che ebbe una risonanza internazionale nella Francia dell’800. Nel giugno del 1816, la fregata Méduse partì da Rochefort in direzione del porto di Saint-Louis, sulle coste del Senegal. La nave però, a causa della grossolana incompetenza del suo comandante, finì per incagliarsi sulle secche del Banc d’Arguin, nei pressi di Nouadhibou, in Mauritania.
Come riporta Darcy Grimaldo, sulla zattera di fortuna 20 persone morirono già la prima notte, mentre al nono giorno i sopravvissuti cominciarono a cannibalizzare i cadaveri dei compagni. Il tredicesimo giorno, dopo che molti erano morti per fame oppure gettandosi in mare in preda alla disperazione, i superstiti vennero salvati dal battello Argus: tra questi, cinque morirono la notte seguente.
La carestia ucraina del 1933
Come descrive Timothy Snyder nel libro “Terre di sangue” (2011), l’antropofagia divenne una macabra abitudine anche nell’Ucraina del 1933.
A causa della gravissima carestia dovuta alle politiche del regime sovietico, lo Stato si vide costretto a istituire una squadra anti-cannibalismo: centinaia di persone furono accusate di aver mangiato i loro vicini di casa o, in alcuni casi, persino membri della famiglia.
Il disastro aereo delle Ande
Trasposto sul grande schermo per ben due volte, il disastro delle Ande rimane uno dei casi di antropofagia più famosi e sconvolgenti di sempre.
Nel 1972 una squadra uruguaiana di rugby, accompagnata da alcuni familiari, si schianta sulla cordigliera delle Ande. I soccorsi arriveranno solo due mesi più tardi, mentre i sopravvissuti finirono per cibarsi dei cadaveri dei loro compagni.
Adesso che sai tutto sul cannibalismo, non ti resta che aspettare il 24 settembre per vedere The Green Inferno nelle sale italiane. Sicuro di avere lo stomaco abbastanza forte?