La iena di San Giorgio

Giorgio Orsolano (1803-1835) è stato un assassino seriale piemontese, impiccato per tre omicidi probabilmente a sfondo cannibale. Una figura legata a numerose leggende, portate avanti anche da una serie di spettacoli di marionette, incentrati su un efferato macellaio che confeziona salumi con carne di bambino.

Cannibale in gonnella

Una delle poche serial killer donna della storia, l’unica (accertata) dedita all’antropofagia. Enriqueta Martí (1868–1913), meglio nota come la “vampira di Barcellona” o la “strega di calle Ponente”, rapiva i bambini per poi trasformare le loro interiora in una sedicente pozione magica da rivendere a uomini facoltosi.

Antropofagi tedeschi

Karl Denke (1870–1924) accoglieva i senza tetto nella sua abitazione, per poi ucciderli e cannibalizzarne i corpi, talvolta rivendendoli a basso prezzo al mercato di Breslavia, spacciandoli per semplice carne di maiale.

serial killer cannibali

Pochi anni dopo nasceva Fritz Haarmann (1879-1925), assassino e adescatore di ragazzi, i cui corpi venivano smembrati e rivenduti al mercato. Joachim Kroll (1933-1991), passato alla storia come il “cannibale della Ruhr”, preferiva invece le giovani donne, per poi accanirsi sui loro cadaveri con atti di necrofilia e cannibalismo.

Il Vampiro di Brooklyn

Originario di Washington, Albert Fish (1870 – 1936) era solito cucinare e mangiare carne umana, in particolare quella di bambino. Si vantava di aver molestato oltre 400 ragazzini, e di averne uccisi più di 100, sottoponendoli a indicibili torture.

Il macellaio di Plainfield

Sembra che i crimini di Ed Gein (1906-1984) abbiano ispirato film cult come “Non aprite quella porta”, “Il silenzio degli innocenti” e persino il romanzo “Psyco”, trasposto al cinema da Alfred Hitchcock.

Nella casa del serial killer americano furono rinvenute le fantasie malate di personaggi immaginari come Leatherface, Buffalo Bill e Norman Bates: teste usate come decorazioni in camera da letto, organi mummificati, maschere e vestiti in pelle umana.

Ed Gein, il macellaio di Plainfield

Il mostro di Milwaukee

Uno dei serial killer più celebri e crudeli della storia, che per anni tenne sotto scacco la cittadina americana del telefilm “Happy Days”. Quando Jeffrey Dahmer (1960-1994) venne arrestato nel 1991, nella sua abitazione furono rinvenuti i terribili segni della sua perversione: teschi umani dipinti, pezzi di cadavere nel frigo e persino organi sessuali conservati in formaldeide.

I cannibali del Sol Levante

L’antropofago mediatico per antonomasia è Issei Sagawa, ex studente della Sorbona che nel 1981 uccise e divorò una sua compagna di studi. Dopo un periodo di carcerazione a Parigi, venne trasferito in Giappone e, grazie a una serie di escamotage legali, nel 1986 fu dimesso dall’ospedale psichiatrico di Tokyo, tornando in libertà. Le atroci interviste rilasciate ai media e i best seller pubblicati lo hanno reso una vera e propria celebrità mediatica.

Al contrario, il suo connazionale Tsutomu Miyazaki venne giustiziato con l’impiccagione nel 2008. Nato nel 1962, l’uomo era affetto da deformità e sessualmente ipodotato: difetti fisici che, sommati a una mente disturbata, lo trasformarono in un pedofilo con tendenze cannibali e necrofile.

Il macellaio di Rostov

Andrej Romanovič Čikatilo (1936-1994) fu il serial killer che terrorizzò l’Unione Sovietica tra il 1978 e il 1990. Ribattezzato come “il comunista che mangiava i bambini”, l’uomo venne accusato dell’omicidio di 53 donne e bambini a sfondo cannibale, per poi essere giustiziato con un colpo di pistola alla nuca nel 1994 nella prigione di Rostov.

Il cannibale 2.0

Un caso piuttosto recente, ricordato come “il cannibale di Rotenburg “. Armin Meiweis, tecnico di computer nato nel 1961 a Essen, incontrò l’ingegnere berlinese Bernd-Juergen Brandes, che aveva risposto ad un suo annuncio sul web dove cercava candidati disposti a farsi macellare. Giunti in una villa abbandonata, la vittima volontaria fu evirata, squartata e cannibalizzata da Meiwes, poi condannato all’ergastolo nel 2006 per omicidio volontario.