Che non sarebbe stato facile, già lo sapeva. La scelta di girare un film nel cuore della foresta Amazzonica, dove nessun’altra telecamera era mai giunta prima, ha portato al regista Eli Roth non pochi problemi alla realizzazione del film.
E oltre ai pericoli imminenti, le alluvioni e gli attori debilitati, il cineasta ha rivelato una serie di inquietanti aneddoti a proposito del set di The Green Inferno.
Pape Satàn, pape Satàn aleppe!
La prima, vera sfida di Roth è stata quella di riuscire a trovare un autentico villaggio amazzonico isolato dalla civiltà moderna. Proprio mentre si trovava nei pressi del fiume, il regista avvistò sulla riva una capanna di paglia: una volta raggiunto, Eli Roth si accorse immediatamente di aver trovato il set ideale per il suo film.
«Durante il primo giorno di riprese abbiamo girato la scena dell’arrivo degli studenti -racconta il regista- C’erano bambini legati alle canoe e centinaia di indigeni con il corpo dipinto e pronti ad uccidere. In più, avevamo allestito il set con un sacco di teste infilzate sui pali e cadaveri ovunque. Appena ho urlato “Azione!”, sono arrivate due barche cariche di missionari: erano certi che Satana fosse arrivato nel villaggio e stavano impazzendo! Allora gli indigeni gli dissero “Non è Satana, Eli Roth sta girando un film horror!”.
«Erano così incazzati che iniziarono a sabotare le riprese sparando musica alta -continua Eli Roth- Il villaggio allora si è ribellato, dicendogli di tornare dopo le riprese del film. Era surreale. Ho provato anche a filmare la scena ma gli indigeni mi hanno detto di stare indietro. Stava diventato una roba seria, abbiamo catturato solo qualche momento».
UN’OFFERTA CHE DOVRAI RIFIUTARE
Un altro episodio inquietante riguarda poi la scenografa Marichi, che ha vissuto nel villaggio all’interno della Foresta Amazzonica per tre settimane, in modo da prepararlo alle riprese del film.
«Alla fine -racconta Eli Roth- doveva tornare in Cile per finire di organizzare il resto del film. Allora, gli abitanti del villaggio si sono radunati attorno a lei per darle un regalo, ed era un bebè di 2 anni. Lei era tipo WTF (“Cosa cazzo è?!”, n.d.r.), e le hanno detto, “Questo è il nostro regalo per te”. Lei ha dovuto gentilmente declinare l’offerta».