Il fantasy horror “Fantasmi” fece la sua prima comparsa al cinema nel 1979, diventando quasi istantaneamente un cult, grazie al suo iconico villain (interpretato dall’indimenticabile Angus Scrimm): Tall Man, il becchino malefico, sadico e dalla forza sovraumana. Un film che stilisticamente deve forse qualcosa alle macabre fantasie di Dario Argento – ben calibrato tra fantascienza e horror, tra fiaba e commedia nera, realizzato a basso costo ma con molta inventiva dal regista Don Coscarelli, autore anche della sceneggiatura e della fotografia. Seguito da Phantasm II (1988) ,Phantasm III (1994), Phantasm IV: Oblivion (1998) e dall’ultimo Phantasm: Ravanger (2016), la pentalogia completa rivive grazie a Koch Media in un imperdibile cofanetto da collezione targato Midnight Classics.
Don Coscarelli: master of horror
Circolato dalle nostre parti con il titolo Fantasmi e accompagnato allora dalla tagline promozionale “Non aprire mai la porta dell’aldilà”, si tratta, senza alcun dubbio, del lungometraggio che ha consentito a Coscarelli – originario di Tripoli – di essere annoverato tra i Masters of horror dell’omonima serie televisiva, insieme a John Carpenter, Dario Argento e molti altri.
Del resto il cineasta proveniva da generi decisamente diversi, avendo esordito nel 1975 con il drammatico “Jim, the world’s greatest”, per poi passare tre anni più tardi alla commedia con “Kenny & company”.
Ma, pur essendo il suo nome legato in maniera principale alla saga phantasmiana, della quale ha firmato soltanto i primi quattro capitoli, non dimentichiamo che la sua filmografia include anche il thriller anni Ottanta “Survival quest”, la fanta avventura “Kaan principe guerriero”, l’ironico horror “John dies at the end” e il “Bubba Ho-tep – Il re è qui” che ha visto Bruce”La casa”Campbell nei panni di un anziano Elvis Presley alle prese con una sanguinaria mummia.
Fantasmi… tra sogno e finzione
Costato la modica cifra di trecentomila dollari, “Fantasmi” ne incassò nei soli Stati Uniti oltre dodici milioni, portando inevitabilmente alla genesi del franchise approdato nel 2016 a “Phantasm: Ravager” di David Hartman, di cui Coscarelli è soltanto co-sceneggiatore e produttore.
L’idea di Coscarelli nacque da un sogno che ebbe in tarda adolescenza, è infatti chiara l’evocazione delle atmosfere oniriche e notturne da incubo dell’infanzia, una fuga liberatoria nell’immaginario dalle angosce del quotidiano, attraverso gli inquietanti corridoi del mausoleo di Tall Man.
Chi è Tall Man?
Lento, inesorabile, dotato di forza sovrumana, seguito da folletti incappucciati (impersonati da bambini) e armato di letali sfere luminescenti, Tall Man è colui che sfrutta le anime dei morti al fine di coinvolgerle in un malvagio piano di conquista della Terra.
Anche ribattezzato “becchino” o “Uomo alto” è una delle icone “cult” del cinema della paura, insieme Freddy Krueger, Jason Voorhees e Leatherface.
Un personaggio unico interpretato per ben cinque volte dal carismatico Angus Scrimm, scomparso nel 2016 a quasi novant’anni con un curriculum di oltre cinquanta interpretazioni.
Un fatto decisamente curioso è che, sebbene fosse alto oltre un metro e novanta centimetri, per ricoprire il ruolo l’attore indossò indumenti di alcune taglie più piccole e rialzi nelle scarpe, in modo da apparire ancor più elevato sullo schermo.
Roger Avary e altre fantasmagorie!
Sulla natura di Tall Man, tra l’altro, viene fatta ulteriormente luce in “Phantasm IV: Oblivion”. Un tassello datato 1998, dove all’interno compaiono più di 30 minuti precedentemente scartati da “Fantasmi”, (che durava in origine oltre tre ore, poi ridotte a neppure una e mezza).
Per questo film inizialmente venne preso in considerazione uno script a firma di Roger Avary (sceneggiatore di Pulp fiction di Quentin Tarantino), fortemente caratterizzato da un’atmosfera post-apocalittica e che avrebbe previsto un budget di dieci milioni di dollari.
Ma Coscarelli lo concepì in ventitré giorni con un budget molto più ridotto, cercando anche di abbandonare la venatura eccessivamente ironica sfruttata nel 1994 in “Phantasm III: Lord of the dead”, che tirò in ballo un ragazzino pericolosamente armato, occasionali zombi e, per la prima volta, qualche effetto digitale.
Una saga cult che la Factory del “Male, Fatto Bene” rispolvera in grande stile, con un’edizione imperdibile per gli appassionati e i collezionisti, corredata da un book di approfondimento di 24 pagine, 5 card da collezione, oltre 5 ore di extra e, per la prima volta assoluta, dal doppiaggio italiano di “Phantasm IV” e “Phantasm V”.