Il tempo scorre inesorabile e la data cruciale si fa sempre più vicina: grazie a Midnight Factory approderà nelle sale cinematografiche italiane il 19 giugno, in anteprima mondiale, La Bambola Assassina di Lars Klevberg, reboot dell’omonimo classico dell’horror diretto da Tom Holland dell’88.
Ma cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova versione?
La nuova genesi di Chucky
Come nel film di Holland tutto prendeva il via dalla mamma single Karen (Catherine Hicks) che regalava al figlio Andy (Alex Vincent) il bambolotto Chucky, particolarmente desiderato dai bambini. In quello di Klevberg si comincia dalla medesima situazione, con l’unica differenza che a concedere anime e corpi ai due personaggi sono stavolta la Aubrey Plaza di Scott Pilgrim VS The World e il Gabriel Bateman visto, tra l’altro, in Lights Out: Terrore nel Buio.
Ma bisogna innanzitutto precisare che, non trovandoci più negli anni Ottanta, decennio in cui vedere un bambolotto in grado di parlare e muoversi e di possedere un proprio malvagio animo capace di portarlo all’omicidio rappresentava sicuramente un elemento di forte novità nell’ambito della Settima arte dell’orrore, è stata in questo caso del tutto cambiata la sua genesi.
Infatti, lì avevamo lo strangolatore Charles Lee Ray che, ferito a morte in un negozio di giocattoli, vi si incarnava per proseguire le proprie malefatte in un altro corpo, seppur di pezza e plastica, mentre qui ci troviamo dinanzi ad un modernissimo giocattolo, frutto di una sempre più avanzata tecnologia.
Pu…pazzo!
Del resto, Andy qui ha appena traslocato e deve farsi nuovi amici, ma, rispecchiando pienamente il sempre più alienato modo di vivere dei giovani e giovanissimi di un’epoca in cui i rapporti tra persone finiscono spesso per essere sostituiti da quelli intrattenuti attraverso chat e social network grazie a smartphone, tablet, laptop e simili, non può fare a meno di trovare in Chucky l’ideale compagno di giochi.
Almeno fino al momento in cui, come è lecito aspettarsi, l’ipertecnologico prodotto non comincia a manifestare tutt’altro che rassicuranti comportamenti, sfruttando, a scopo di omicidio, le sue proprietà che gli consentono di connettersi e controllare altri apparecchi e, addirittura, guardare tramite essi.
Man mano che, come da tradizione, la tensione sale in un contesto spesso immerso in atmosfere cupe, prima di tirare il fiato appurando l’ennesima malefatta di Chucky, lo spettatore prova la stessa sensazione di curiosità intrisa di timore e ansia infinita che il piccolo protagonista ha nei confronti del fantoccio dallo sguardo simpatico (solo lo sguardo, però).
Giochi di morte
E cosa dobbiamo aspettarci una volta che il mini killer ha rivelato la propria passione nei confronti dell’eliminazione del prossimo?
Non dimentichiamo che, sebbene ci troviamo dinanzi alla sua altamente interessante rilettura in chiave 2.0, il personaggio di Chucky è stato partorito nell’epoca in cui spopolarono i vari Freddy Krueger e Jason Voorhees, rientranti tra le figure maggiormente influenti del cosiddetto sottogenere slasher, costituito da elaborati in fotogrammi che individuano in numerose e sempre più fantasiose uccisioni, il loro principale ingrediente, atto a regalare macabro e, a suo modo, liberatorio intrattenimento.
Di conseguenza, man mano che una combriccola di ragazzini à la Stranger Things si riunisce per affrontare coraggiosamente la prima, unica e vera bambola horror del grande schermo, questa non manca di dedicarsi allo sfoltimento della popolazione, ricorrendo non solo al consueto e sempreverde utilizzo di un affilatissimo coltello.
Perché, senza anticipare null’altro al fine di non rovinarvi le bellissime sorprese, la ricetta vincente a base di tensione, jumpscare e innumerevoli uccisioni si rinnova, tornando a quei fasti di un horror targato Anni ’80 dove il sangue non smette mai (ma proprio mai) di scorrere, in una gioia visiva che mancava nei film di questo genere da molti, troppi anni.
Sei pronto quindi a tornare ai fasti del vero horror? La Bambola Assassina arriva al cinema in anteprima mondiale dal 19 giugno.