Non sempre, però. Capita che anche ciò che diamo per scontato possa sorprenderci con effetti speciali, meglio se horror. E così l’ambiente domestico può trasformarsi nella trappola perfetta adibita a giochi infernali.
Lo sanno bene i protagonisti di Babadook, dal 15 luglio nelle sale, per i quali lo spazio casalingo si tramuterà nel claustrofobico luogo della materializzazione dei propri incubi.
L’orrore in casa
Al cinema abbiamo imparato a diffidare dei lunghi corridoi dell’Overlock Hotel di Shining o a riconsiderare l’ambiente domestico come il luogo dell’elaborazione di un omicidio (Il delitto perfetto di Alfred Hitchcock).
Ancora, il cemento delle pareti potrebbe non bastare a proteggerci dall’infiltrazione del pericolo, che può giungere dall’esterno (Cane di paglia di Sam Peckinpah) o essere circoscritto nelle quattro mura, covare dal di dentro (The Others di Alejandro Amenabar).
E se le torture di Funny Games sono ascrivibili a un’idea della violenza come espressione di un sadismo che invade e squarcia la tranquillità del nido, a terrorizzarci nel profondo e a dialogare con il lato recondito dell’individuo sono i pericoli che nascono all’interno, dalle nostre inquietudini, dalle paure e dalle ansie, rendendo quell’ambiente casalingo la gabbia asfittica da cui non riusciamo a scappare.