Con vermi resi voraci e aggressivi dalle scariche elettriche che li hanno colpiti a seguito della caduta dei tralicci dell’alta tensione, dal 20 giugno 2019 sarà disponibile grazie a Midnight Classics il cofanetto a doppio disco (sia in DVD che in Blu-ray) de I carnivori venuti dalla Savana, cult del 1976 diretto da Jeff Lieberman.
Soltanto uno dei tantissimi esempi che costituiscono il cosiddetto filone eco-vengeance, costituito da film incentrati su animali assassini e che ha spesso annoverato titoli guadagnatisi molta fama a causa degli innovativi argomenti trattati, ma che, in fin dei conti, non riescono ad essere pienamente coinvolgenti, da Frogs di George McCowan a Swarm – Lo sciame che uccide di Irwin Allen, passando per L’orca assassina di Michael Anderson. Quindi, cerchiamo di elencarne dieci che meritano veramente la visione, attingendo anche nel limbo delle pellicole meno conosciute.
Gli uccelli (1963) di Alfred Hitchcock
Un titolo che non ha certo bisogno di presentazioni, con la fantastica Tippi Hedren nei panni della bionda Melanie Daniels, che approda a Bodega Bay per far visita ad uno scapolo d’oro e si ritrova a doversi difendere dall’improvviso attacco dei volatili nei confronti dell’umanità.
Costruito su una lunga attesa destinata a sfociare nella fase horror che lo ha reso famoso, un capolavoro che rappresenta, probabilmente, l’autentico apripista del filone, reso ancor più spaventoso dal fatto che non venga fornita alcuna spiegazione sul perché gi uccelli siano diventati assassini.
Lo squalo (1975) di Steven Spielberg
Altro capolavoro che non ha bisogno di presentazioni, con Roy Scheider, Richard Dreyfuss e Robert Shaw impegnati in una missione in barca per annientare il gigantesco pescecane del titolo, responsabile della morte di alcuni bagnanti dell’isola di Amity.
Scandito dalla mitica colonna sonora di John Williams e impreziosito da ottimi effetti speciali, un riuscitissimo mix di avventura dal sapore hemingwayano e horror che non solo ha generato tre sequel, ma è stato imitato innumerevoli volte, a cominciare da L’ultimo squalo di Enzo G. Castellari.
Grizzly – L’orso che uccide (1976) di William Girdler
Christopher George ricopre il ruolo del capo delle guardie forestali di un parco nazionale degli Stati Uniti in cui ha cominciato a seminare la morte un orso Grizzly preistorico.
Diretta dallo stesso Girdler che l’anno successivo si sarebbe dedicato ad una ribellione totale degli animali su pellicola tramite Future animals, è una robusta variante boschiva de Lo squalo, con più cadaveri e buon ritmo.
Tentacoli (1977) di Oliver Hellman (Ovidio G. Assonitis)
Disturbata dalle onde radio prodotte durante la realizzazione di un tunnel sottomarino, una gigantesca piovra semina terrore e morte tra i bagnanti di Solana Beach, dove, a tentare di fermarla, provvedono un oceanografo e un suo amico.
Con un ricchissimo e assurdo cast spaziante da vecchie star hollywwodiane del calibro di John Huston, Henry Fonda e Shelley Winters a caratteristi quali Bo Hopkins e Franco Diogene, la migliore risposta italiana a Lo squalo, abilmente orchestrata tra lunghi momenti di tensione (si pensi alla regata) e picchi di poesia accentuati dalla magnifica colonna sonora a firma di Stelvio Cipriani.
Alligator (1980) di Lewis Teague
Lewis Teague, che tre anni più tardi avrebbe portato sullo schermo il sanguinario San Bernardo Cujo nato dalla penna di Stephen King, s’ispira ad una leggenda metropolitana per inscenare il massacro attuato da un gigantesco alligatore, reso tale dall’ingerimento di carcasse di animali
da laboratorio nelle fogne in cui era stato gettato attraverso lo sciacquone di un water quando era ancora cucciolo.
E, con una strizzata d’occhio ai monster movie Proto-Godzilla, l’insieme funziona, tanto che ha generato nel 1991 il sequel straight to video Alligator II: The mutation di Jon Hess, comunque da dimenticare.
Wild beasts – Belve feroci (1984) di Franco Prosperi
Entrati a contatto con una sostanza allucinogena che ha contaminato le falde acquifere di una città europea, gli animali impazziscono e, liberatisi dalle gabbie dello zoo a causa di un guasto, si riversano nelle strade alla ricerca di esseri umani da uccidere.
Proveniente dai mondo movie, quindi, Prosperi inscena con professionalità un’impressionante sequela di aggressioni ad opera di ghepardi, elefanti, leoni, orsi bianchi e, addirittura, disgustosi ratti, testimoniando la maniera in cui in Italia, tra gli anni Settanta e Ottanta, era possibile confezionare spettacolari prodotti di genere capaci di competere con le più costose realtà d’oltreoceano.
Slugs – Vortice d’orrore (1988) di Juan Piquer Simón
Autore, tra l’altro dello slasher Pieces, lo spagnolo Juan Piquer Simón parte da un romanzo di Shaun Hutson per portare in scena a basso budget, ma in maniera convincente, le viscide lumache mutate da scorie chimiche e interessate, quindi, a fagocitare chi capita sulla loro strada. Con molto splatter, dall’attacco in casa ad una coppia che sta facendo sesso alla sequenza cult del tizio cui esplode la testa a tavola dopo aver mangiato un’insalata che includeva, appunto, la minaccia strisciante.
Ticks – Larve di sangue (1993) di Tony Randel
Con un cast comprendente il Seth Green della serie televisiva Buffy l’ammazzavampiri e il Clint Howard fratello del più famoso Ron, stavolta abbiamo ragazzi in escursione boschiva alle prese con zecche aumentate di dimensioni dopo aver ingerito steroidi utilizzati in una piantagione di marijuana.
E si procede all’insegna di penetrazioni nella carne e corpi dissanguati; fino al momento in cui una delle vittime si apre letteralmente, lasciando uscire dal proprio interno uno degli insetti, rendendo ulteriore giustizia ai riusciti effetti speciali.
Willard il paranoico (2003) di Glen Morgan
Il Crispin Glover di Ritorno al futuro incarna magistralmente dell’emarginato impiegato del titolo, il quale, sorta di moderno pifferaio di Hamelin, ha instaurato un autentico rapporto di amicizia con un’orda di ratti che sfrutta al fine di attuare una serie di vendette ai danni del suo odioso principale.
Con un taglio generale che, fornito di una certa venatura di black humour, sembra porsi a metà strada tra Alfred Hitchcock e Tim Burton nel concretizzare un remake di Willard e i topi di Michael Mann che finisce anche per risultare superiore al già riuscito prototipo datato 1971, cui fece seguito all’epoca L’ultima carica di Ben di Phil Karlson.
Piranha 3D (2010) di Alexandre Aja
Una scossa tellurica libera dai fondali di Lake Victoria dei piranha preistorici che non esitano a trasformare in un autentico bagno di sangue lo spring break.
Quindi, nient’altro che uno scatenato mix in tre dimensioni di splatter, formose ragazze molto poco vestite e tanta voglia di prendersi sul serio, a partire dal fatto che il primo ad essere ucciso è il Richard Dreyfuss che fu tra i protagonisti de Lo squalo.
Se questi non vi dovessero bastare, aggiungete pure anche le favolose perle già disponibili nel catalogo Midnight Factory: il sequel Piranha 3DD di John Gulager, il pericoloso orso di Backcountry di Adam McDonald e gli esilaranti castori killer di Zombeavers di Jordan Rubin.