Saturno che divora i suoi figli
Magistralmente rappresentato dal pittore Francisco Goya, l’episodio segna l’inizio della mitologia greco-latina. Dopo aver evirato il padre, il titano Crono (Saturno per i romani) sposò la sorella Rea e divenne signore dell’universo.
Consapevole che, prima o poi, uno dei suoi figli lo avrebbe detronizzato, aveva preso drastiche precauzioni: li divorava appena nati. Ma non aveva fatto i conti con il piccolo Zeus e la furbizia della moglie Rea, che al posto del neonato gli fece ingoiare una pietra avvolta nelle fasce.
Polifemo, divoratore di uomini
Gigante con un solo occhio, Polifemo è il più famoso della stirpe dei ciclopi, mostruosi divoratori di carne umana. Altrettanto celebre è l’episodio dell’Odissea omerica che lo vede protagonista.
Verrà accecato da Ulisse, uomo dal multiforme ingegno, non prima però di essere riuscito a uccidere e divorare alcuni dei suoi compagni.
La macabra storia di Tieste
Forse a scuola non ve lo hanno mai detto, ma l’autore latino Lucio Anneo Seneca possedeva uno spiccato gusto macabro. E la tragedia “Thyestes” ne rappresenta l’esempio massimo.
Storia fratricida dagli oscuri risvolti, dove le colpe dei padri ricadono sui figli, Tieste è vittima dell’atroce vendetta infertagli dal fratello Atreo. Questi, fingendo di volersi riconciliare con lui, lo invita ad un sontuoso banchetto. Peccato che la portata principale siano i figli di Tieste che, ignaro del sadico piano, finisce per cibarsi delle loro carni.
Grendel, orrida creatura
Anche nel poema epico anglosassone Beowulf troviamo un orco mostruoso, tra i principali antagonisti dell’eroe.
Grendel è descritto come un discendente diretto di Caino, reietto ed escluso dall’umano consorzio, che nella notte si vendica divorando soldati addormentati, seminando terrore e morte nella reggia del sovrano Hrothgar. Finché non verrà sconfitto dall’eroico Beowulf.
Il fiero pasto del Conte Ugolino
La triste vicenda di Ugolino della Gherardesca, conte di Donoratico, è narrata nel XXXIII canto dell’Inferno dantesco. E’ qui che il sommo poeta si trova di fronte una scena raccapricciante: il conte Ugolino, tra i dannati della Tolomea, rode bestialmente la testa dell’Arcivescovo Ruggieri, fautore della sua scellerata sorte.
Nato nella prima metà del XIII secolo, il conte ebbe molti figli, tra cui Gaddo e Uguccione, che morirono col padre e i nipoti rinchiusi nella torre dei Gualandi. Dove, secondo il verso di Dante, “più che ‘l dolor poté ‘l digiuno”: una frase ambigua, da molti interpretata come un atto cannibale di Ugolino verso i malcapitati figli.
Non accettate palloncini da Pennywise
Lo scrittore Stephen King ha le idee molto chiare sull’antropofagia, un tema più volte trattato all’interno delle sue opere.
Ma è col personaggio di Pennywise, il famigerato clown di “It” (1986), che l’autore ci trascina in un’autentica spirale di terrore. Se lo doveste trovarvelo davanti, fate molta attenzione: la “cosa” che si è impossessata di lui potrebbe divorarvi.
Non cenate insieme ad Hannibal Lecter
Nato dalla penna di Thomas Harris, il dottor Lecter è il cannibale per antonomasia, il più folle degli psichiatri, il più raffinato dei serial killer, grazie soprattutto all’interpretazione di Anthony Hopkins. Il suo piatto preferito? Un buon fegato -umano, ça va sans dire- accompagnato da un bel piatto di fave e un bicchiere di Chianti.
Per scoprire nuovi, sconvolgenti personaggi cannibali non ti resta che aspettare l’uscita nelle sale italiane di The Green Inferno. Credi di essere pronto per il 24 settembre?