L’Occhio selvaggio (1967)
Paolo Cavara, già co-regista di Mondo Cane (1962), mette in scena la storia di un cinico documentarista alla ricerca di scene sensazionalistiche. Con il voyeurismo de L’occhio che uccide e anticipando le violenze di Cannibal Holocaust.
Cannibal Holocaust (1980)
Il film antropofago per antonomasia, ancora talmente incisivo da diventare fonte di ispirazione per The Green Inferno. Dedodato firma il suo capolavoro, realizzando il più famoso e crudele dei cannibal movie italiani.
Mangiati Vivi! (1980)
Nel 1972 “Il paese del sesso selvaggio” aveva inaugurato il filone cannibal all’italiana. Pochi anni dopo Umberto Lenzi torna al cinema con uno dei suoi maggiori successi: un nuovo film all’insegna dell’antropofagia e del gore.
Antropophagus (1980)
Il tema dell’antropofagia ricorre in tutta la filmografia di Joe D’Amato (alias Aristide Massaccesi). Qui il regista crea uno degli psicocannibali più riusciti di sempre. Spingendosi fino al paradosso dell’auto-cannibalismo.
Cannibal ferox (1981)
Umberto Lenzi torna dietro la macchina da presa con un classico esempio di intrattenimento morboso, dando vita a un orrore totale e sfrenato. Torture, sevizie e cannibalismo nell’inferno paradisiaco della foresta Amazzonica, rendono il film tra i più “classici” del genere.
Delicatessen (1990)
Un piccolo cult francese realizzato da Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro, dove il cannibalismo diventa grottesco e si eleva a metafora sociale. Un timbro macabro e divertente al tempo stesso, che sa bene come irretire lo spettatore.
Naked blood (1995)
Hisayasu Sato pone al centro della vicenda un tema caro al cinema del Sol Levante: la potenza distruttiva dell’eros. Una trama folle, che strizza in parte l’occhio a Cronenberg, creando un torture porn all’insegna della violenza più estrema.
Ravenous – L’insaziabile (1999)
La londinese Antonia Bird si ispira agli episodi di cannibalismo che si verificarono nella seconda metà dell’Ottocento durante le spedizioni dei pionieri in California. Creando un horror che sfida i canoni, strappandone le regole e violentando le aspettative del pubblico.
Cannibal (2006)
Trasposizione sul grande schermo del celebre caso di Armin Meiwes, noto alle cronache come il “Cannibale di Rohtenburg”, che nel 2001 uccise e divorò una vittima volontaria, trovata grazie ad un annuncio sul web. Un film che non fa sconti, raccontando l’infanzia e l’età adulta dell’antropofago tedesco. Sullo stesso tema c’è anche “Grimm Love” (2006) del berlinese Martin Weisz.
Il 24 settembre con The Green Inferno torna nelle sale italiane un grande cannibal horror: inizia a prepararti, hai visto tutti i film della lista?