È stato uno dei film horror più discussi del 2018, definito dalla critica come “L’esorcista di questa generazione”.
Diretto dall’esordiente Ari Aster, Hereditary – Le radici del male uscirà in home video l’8 novembre 2018 – sia in DVD sia in Blu-Ray grazie a Lucky Red e Koch Media – in una limited edition targata Midnight Factory. Al centro degli eventi abbiamo la candidata al premio Oscar Toni Collette nei panni dell’artista di miniature Annie, la quale, in procinto di esibire finalmente le sue opere in una galleria, è fresca della morte della madre e dovrà affrontare il tragico e oscuro destino che la famiglia sembra aver ereditato…

Ai confini dell’horror

Una casa di bambole e miniature, quelle concepite da Annie, atte a raffigurare le difficoltà e le sofferenze realmente vissute dalla sua famiglia, i cui oscuri e terrificanti segreti emergono fotogramma dopo fotogramma, tra disgrazie, sedute spiritiche, apparizioni e dimensione paranormale, con lo sguardo dichiaratamente rivolto a classici e cult del calibro di Suspense di Jack Clayton, Rosemary’s baby – Nastro rosso a New York di Roman Polanski e A Venezia… un Dicembre rosso shocking di Nicolas Roeg.
Ma quello della casa in miniatura sembra non essere un elemento nuovo nell’ambito della cinematografia di questo genere. Perfino la mitica fanta-serie televisiva Ai confini della realtà, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, vi fece ricorso in uno degli episodi della sua quarta stagione, intitolato Miniatura (Miniature nella versione originale).
Ne fu protagonista un giovanissimo Robert Duvall nel ruolo di un timido impiegato ossessionato da una bambola meccanica posta all’interno di una dettagliata e raffinata miniatura del XIX secolo.

Doll Blumhouse

Un elemento che, tra l’altro, sembra destinato quasi a dover diventare una delle presenze fisse delle produzioni Blumhouse, la casa di produzione con cui il californiano Jason Blum ha sfornato alcuni dei film horror di maggior successo di questo inizio di terzo millennio.
Non a caso, la ricostruzione di un’abitazione in scala fa la sua bella figura tra gli oggetti in possesso di Laurie Strode alias Jamie Lee Curtis nell’Halloween di David Gordon Green che, diretto sequel del capolavoro Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter, la vede decisa ad eliminare il sanguinario Michael Myers, serial killer mascherato con la passione per gli omicidi da consumare la notte del 31 Ottobre.
E, passando dal cinema alla televisione, lo stesso Blum figura in qualità di produttore esecutivo della mini-serie in Otto puntate Sharp Objects, diretta da Jean-Marc Vallée, nonché adattamento del romanzo Sulla pelle, scritto da Gillian Flynn. In questo caso, tutto prende il via dalla giornalista di cronaca nera Camille Preaker, interpretata da Amy Adams, la quale, rientrata nella sua città natale dopo un passato turbolento di alcolismo e autolesionismo, si trova ad indagare sulla scomparsa e la morte di due bambine. Ma è bene non aggiungere altro, perché, in qualche modo, è proprio una casa di bambole ad avere a che fare con la scioccante rivelazione conclusiva…

L’ora del mistero

Rimanendo in ambito televisivo, però, è impossibile non citare una di quelle chicche che hanno incuriosito e inquietato molti giovani (e non solo) a metà anni Ottanta e che, ad oltre trent’anni di distanza, continua ad ossessionare.
Stiamo parlando di Un gioco da bambini (in originale Child’s play) di Val Guest, episodio de L’ora del mistero, serie tv tra l’horror e la fantascienza che la britannica Hammer Film Productions produsse – in collaborazione con Twentieth Century Fox Television – dopo Racconti del brivido. Un episodio che inscena in maniera decisamente geniale la brutta avventura di una famiglia che si ritrova improvvisamente intrappolata nella propria abitazione, con porte e finestre sbarrate, la temperatura che sembra cominciare a salire minuto dopo minuto e una misteriosa melma che fa la propria minacciosa apparizione… fino al momento in cui scopriamo non trattarsi altro che di bambole nella casetta con cui sta giocando una bambina del futuro.

Casette in… serie

Una casa di bambole, tra l’altro, rientra anche negli accessori in possesso della Catwoman Michelle Pfeiffer in Batman – Il ritorno di Tim Burton, oltre ad essere ovviamente sfruttata nel fortunatissimo franchise Annabelle, spin off della altrettanto celebre saga di The Conjuring.
Come dimenticare, poi, la casetta di cartapesta in cui, inseguita dall’artigliato Freddy Krueger, la Kristen Parker incarnata da Patricia Arquette si ritrova nei propri incubi nell’ottimo Nightmare 3: I guerrieri del sogno, concepito nel 1987 da Chuck Russell?
Per non parlare di Amityville Dollhouse di Steve White, datato 1996, ottavo capitolo della serie iniziata nel 1979 da Amityville Horror di Stuart Rosenberg, ispirata a fatti realmente accaduti. In questo capitolo è una casa di bambole, a replica di quella maledetta del capostipite e dei vari sequel, a scatenare le presenze maligne contro il nucleo familiare appena trasferitosi in una nuova abitazione.

Per concludere, abbiamo visto come l’elemento visivo e narrativo delle miniature e delle case delle bambole venga spesso usato come metafora a supporto di visioni oppressive, misteriose ed inquietanti. In Hereditary – Le radici del male, in uscita l’8 novembre in DVD e Blu- Ray limited edition, scopriremo che se da un lato Annie (Toni Collette) ha il totale controllo delle sue piccole creazioni, dall’altro vedrà la sua vita e la sua famiglia disgregarsi sotto i suoi occhi in un tragico destino a cui non può opporre alcuna resistenza.